Provo a spiegare il GDPR con un esempio concreto

Provo a spiegare il GDPR con un esempio concreto

Non è un fatto nuovo e nemmeno degno di particolare attenzione il fatto che qualche volta il Vigile suona al campanello di qualche casa, per svolgere un incarico che qualche gentile dirigente Comunale, nel pieno delle sue capacità, abbia deciso di affidare.

Il fatto nuovo, se così vogliamo vederla, è il compito che ad alcuni di loro è stato affidato in questo triste periodo della storia dell’intero pianeta, colpito dal parente stretto di uno dei flagelli che i testi sacri contemplano e qualche predicatore non omette di ricordare.

Può infatti capitare a qualcuno di dover rimanere in casa, in quello definito come isolamento fiduciario, perché c’è il forte sospetto che la persona abbia un certo grado di contagiosità, dimostrata principalmente dalla positività ad un certo test.

Compito è del Vigile accertarsi che i malcapitati si dimostrino diligenti e, nel regime di incertezza che aleggia sopra tutte le nostre teste, rimanga confinato possibilmente da solo nella propria abitazione, nel rispetto di quella quarantena terapeutica per tutti quanti. Uno dei modi per uscire è risultare negativo a qual certo test.

Ma cosa accade se l’isolato non si trova nella propria abitazione quando il Vigile va per sincerarsi della presenza?

Ecco quello che è successo qualche giorno fa in un paese e ad una persona delle quali preferisco non indicare riferimento alcuno, onde evitare di innescare polemiche sterili e fuori dallo scopo di quanto segue. Così chiameremo il paese CX e la malcapitata Anna (nome inventato).

È pomeriggio della nuova primavera del 2021 e, come ormai da molti mesi, il Sig. Vigile di CX sta facendo il suo giro per suonare ai campanelli degli abitanti della lista che quel giorno gli uffici del Comune gli hanno passato.

Il suo compito è molto semplice, se non trova al domicilio indicato sulla lista la persona menzionata, deve riportarlo al Comando dei Vigili e da lì, con molta probabilità, alle autorità giudiziarie per quanto di competenza.

Quel pomeriggio fu il turno di Anna .

Come sappiamo, la malcapitata Anna avrebbe potuto lasciare il proprio domicilio se a seguito di un certo test delle mucose, magari ripetuto, fosse risultata negativa. In questo caso il Sig. Vigile non sarebbe passato e nulla sarebbe successo.

Ma il Sig. Vigile ha una lista, ufficiale, nella quale ha dei nomi e degli indirizzi. In quegli indirizzi deve trovare le persone indicate nella lista. La cosa è talmente semplice da rasentare la banalità.

In effetti il Sig. Vigile ha tra le sue mani dei dati che il GDPR indica come sensibili: sono dati relativi allo stato di salute di una persona. Non sono cosa di poco conto.

Così, giunto al citofono della casa di Anna, suona al corrispondente pulsante ma nonostante una certa insistenza, nessuno si fa sentire dall’altro capo della linea.

Il Sig. Vigile però non è tipo da desistere così semplicemente, perché in effetti il citofono potrebbe anche non funzionare correttamente. Come fare allora per fare tutto il possibile se non suonare ad un altro citofono dove sicuramente sa di trovare qualcuno, solo per il fatto che non si tratta di un’abitazione ma di uno studio professionale dove è certo c’è sempre qualcuno nel pomeriggio?

Suona e scende giù al cancello uno degli impiegati, tra l’altro conoscenza del Sig. Vigile.

Così il Sig. Vigile chiede al nuovo arrivato, che chiameremo Sig. Mario, se conosce in qualche modo la Signora Anna, così da poterla contattare, magari telefonicamente.

Il Sig. Vigile, mentre racconta al Sig. Mario l’ingrato lavoro che qualcuno giù al Comune si è inventato per dagli problemi, gli mostra tranquillamente l’elenco di tutte le persone a cui far visita o a cui è già stata fatta. Certo questo in barba alla privacy, ma forse non è l’effetto più importante.

Alla maggior parte delle persone non è ancora chiaro cosa sia il GDPR. Riguarda la protezione delle persone con riguardo ai loro dati personali. Vediamo di collegare questa cosa della protezione dei dati personali con la vicenda del Sig. Vigile.

Mostrando l’elenco dei cittadini positivi al test ha certamente violato la loro privacy ma ha effettivamente danneggiato quelle persone? In una piccola misura sì, ma non è certamente un effetto devastante sulle vite di quelle persone.

Siamo concreti, se qualcuno di quelle persone si sente realmente spogliata della propria privacy è tutto da vedere. Probabile che nella maggior parte dei casi la cosa sia più o meno irrilevante. Per qualcuno però potrebbe essere vissuta come un sopruso. Ma c’è stato un reale danno? O è solo una questione di principio?

Ma andiamo avanti con la storia, perché questo seppur fastidioso non fa capire cosa significa “protezione delle persone”, nel pratico è solo un punto di vista.

Abbiamo il Sig. Vigile che vuole parlare con la Signora Anna, ma non la trova. Chiede al gentile Sig. Mario, che lavora in un ufficio dello stesso palazzo, se conosce la Signora Anna e, se sì, come la si possa rintracciare.

“Certo” dice il Sig. Mario e prontamente prende il cellulare per chiamare la Signora Anna. “Ciao Anna c’è qui il Sig. Vigile che ti cerca. Dice che sei sull’elenco delle persone in quarantena…Come? Hai fatto un altro test risultato negativo …per cui sei uscita…”.

“Buongiorno Signora” dice il Sig. Vigile, “dai nostri tabulati risulta che lei è positiva e doveva rimanere in casa. Purtroppo, lo devo segnalare…”.

Ecco qui un punto importante: per un errato trattamento dei dati personali della Signora Anna ora lei si vede segnalata alle autorità più o meno come un criminale agli arresti domiciliari trovato fuori casa. Certamente non ha sbagliato lei. Certamente il Comune ha un serio problema di gestione di dati molto sensibili che sta trattando con molta superficialità.

Qualcuno potrebbe provare ad obiettare, non certo senza una certa ragione, che la Signora Anna doveva avvisare le autorità del cambio del suo stato da positiva a negativa…ma è realmente così?

Nelle aziende, come in quel comune, esiste il Titolare del trattamento dei dati personali. È l’azienda stessa (o Il comune nel racconto).

Tra le tante cose, ogniqualvolta viene gestito un dato, specie se questo è importante, deve assicurarsi che sia corretto, esatto e del caso aggiornarlo.

Non è cosa da poco dover forse presentarsi davanti all’autorità giudiziaria per un errore commesso da altri.

Contemporaneamente posso capire che non sia semplice avere la propria azienda a norma senza seguire un cammino passo dopo passo, senza perdere l’orientamento e la bussola.

La Signora Anna, tra l’altro, ha dalla sua anche un’altra legge, ma questa è un’altra storia, anche se il principio è lo stesso: proteggere le persone.

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