Il Garante della Privacy stoppa la Regione Sicilia: no al censimento dei dipendenti non vaccinati

Il Garante della Privacy stoppa la Regione Sicilia: no al censimento dei dipendenti non vaccinati

L’ordinanza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci sul censimento dei dipendenti no-vax finisce nel mirino del garante della privacy: “L’ordinanza di un presidente regionale o provinciale – attacca l’autorità guidata da Pasquale Stanzione – non rappresenta valida base giuridica per introdurre limitazioni a diritti e libertà individuali che implichino il trattamento di dati personali, che ricade nelle materie assoggettate a riserva di legge statale”. L’Authority ha aperto un’istruttoria: la Regione, adesso, ha sette giorni per rispondere alle obiezioni del garante.

La decisione è di due giorni fa. Il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza che obbliga gli enti pubblici, ma anche un lungo elenco di aziende, a compilare una sorta di anagrafe dei vaccinati, indicando quali dipendenti non lo sono per spingerli a immunizzarsi.

È solo il primo passo: in caso di rifiuto i lavoratori dovranno essere trasferiti a mansioni non a contatto con il pubblico. Nell’elenco entra di tutto: ci sono i dipendenti pubblici di ogni tipo, ma anche quelli privati nei settori dei trasporti, degli autotrasporti e dell’agro-alimentare. Di più: l’ordinanza cita i “servizi essenziali e di pubblica utilità” indicati dalla legge del 1990 sul diritto di sciopero, includendo dunque ad esempio la raccolta dei rifiuti, l’energia, le università e la consegna della corrispondenza.

Il garante ne fa una questione di riservatezza: “Il garante della privacy – annotano gli uffici – ha già invitato regioni e province autonome a soprassedere dall’adottare o dare attuazione a iniziative territoriali che prevedano l’uso dei certificati vaccinali, per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quelle previste dalla legge nazionale”.

Fonte: Federprivacy

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